Tocca a Gerosa fare il risentito

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  1. philosophe
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    PP di oggi.

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    Pavia, anche la forma è migliorata

    Calcio, 2ª Divisione. Gerosa: «Chi ha criticato si sbagliava»




    LUCA SIMEONE

    PAVIA. «Chi ha emesso sentenze troppo presto si sbagliava: se si semina bene poi si raccoglie. Io sono sempre stato fiducioso, anche dopo le tre sconfitte consecutive». Arturo Gerosa ha voglia di sottolineare che questo Pavia che ha fatto 8 punti nelle ultime 4 partite, senza perdere e subendo solo un gol, non è frutto del caso ma del lavoro di programmazione. Anche sotto il profilo fisico-atletico.
    «In un gruppo nuovo ci vuole un certo periodo di tempo per raggiungere un equilibrio - dice Gerosa - e c’è bisogno che le componenti tattica, mentale e fisica procedano di pari passo. Io, per esempio, diffido delle squadre che entrano subito in forma, perché il problema è mantenere la condizione più a lungo possibile. Ora stiamo meglio che a settembre e questo è il risultato di una programmazione che punta sulla gradualità».
    Le critiche si sono susseguite fino a un mese fa, quando gli azzurri erano ultimi in classifica, e alcune non sono certo piaciute al preparatore atletico del Pavia: «I tifosi reclamavano, ma a volte sono necessari tempi più lunghi e non si può pretendere che si entri in forma subito, a settembre. C’erano giocatori nuovi, e gli stessi ex Berretti inseriti in rosa non potevano subito essere pronti, alla prima partita che sono stati chiamati a giocare da titolari. Sul Pavia tutti hanno cominciato a dire di tutto. Qualcuno sosteneva che il basket, a confronto con il calcio, era un esempio di programmazione: poi si è visto come è andata».
    La programmazione in casa Pavia, invece, ha cominciato a dare risultati, in tutti i sensi. «Nella fase iniziale diverse gare le abbiamo perse per episodi sfavorevoli, ma con il lavoro costante sono stati corretti gli errori - spiega Gerosa - dopo una sconfitta si ricominciava con lo stesso impegno. Dal punto di vista fisico, sono contento delle risposte che ho dalla squadra, che tiene bene il campo fino alla fine della gara. Domenica contro un avversario che gioca a mille come il Varese abbiamo dovuto adeguarci e siamo stati all’altezza, ma anche in precedenza contro l’Itala San Marco sul 2-0 nella ripresa ripartivamo per cercare il terzo gol. Anche il fatto che non ci sono infortunati è segno che si lavora bene».
    Fin dal ritiro, Gerosa ha spiegato che se necessario avrebbe tarato la preparazione atletica, oltre che alle esigenze individuali, anche in base ad altri criteri. Per esempio quello dell’età, con un lavoro specifico per i giocatori più «anziani». Domenica, per esempio, si è visto un “Pato” D’Amico in gran forma. «E’ stato fermo per ben cinque settimane e naturalmente nelle prime gare dopo il rientro aveva un passo diverso rispetto agli altri - dice Gerosa - ora sta molto bene. Ma lo stesso Benny Carbone credo che non abbia mai avuto questa continuità: segno che ha un gran fisico e si allena bene. Ognuno ha la sua storia personale. Campolonghi, per esempio, è arrivato in ritiro che era fermo da tre mesi e ha avuto qualche problema. Logico che non potesse entrare subito in forma. Chiarotto praticamente non ha fatto la preparazione, se non una settimana nella Repubblica Ceca, e quindi ha bisogno di tempo. Ma chi non si è fermato mai sta bene e non ha cali».
     
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12 replies since 22/11/2008, 10:29   259 views
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