Intervista ar presidente

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  1. philosophe
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    Pavia, il dg: «La maggioranza a Zanchi? Niente in contrario»

    Calisti è pronto a vendere

    Per il prossimo anno obiettivo play off: «Ma senza fare follie»




    LUCA SIMEONE

    PAVIA. La famiglia Calisti è pronta a cedere il comando del Pavia calcio. Nel frattempo, per la prossima stagione l’intenzione è di allestire una squadra in grado di lottare per entrare nei playoff, pur confermando la politica dei giovani e nei limiti delle possibilità economiche del club: ma prima bisognerà trovarsi con gli altri soci. Lo dice Armando Calisti, dg del Pavia, che torna poi anche sulla vicenda dell’appoggio al candidato sindaco del centrodestra, Alessandro Cattaneo, riguardo al quale ha ricevuto l’attacco di una parte delle tifoseria, in particolare il gruppo Zuppa alla Pavese, che pur sottolineando «la piena libertà di ogni cittadino di sostenere chi più si sente politicamente vicino», ribadisce che «questa discesa in campo non ci è piaciuta», anche perché un club non è «mera proprietà di un singolo o di una cordata, ma anche un simbolo della città e per questo, almeno in parte, di tutti».
    Ingegner Calisti, penalizzazione a parte il Pavia sarebbe stato 8º, in linea con l’obiettivo iniziale. Per il prossimo anno si punta a migliorare ancora?
    «Intanto aspettiamo le nuove regole sulle rose e sull’impiego dei giovani. Poi dobbiamo vederci tra soci e fare le scelte: non c’è fretta. Comunque siamo per i piccoli passi, ma decisi, e quindi intendiamo migliorare rispetto ai 46 punti ottenuti sul campo».
    Il che significa inserirsi nella zona playoff.
    «Sì, non perdendo di vista che il primo obiettivo è valorizzare i giocatori del vivaio e senza fare follie dal punto di vista economico».
    Significa aumentare il budget, spendere di più?
    «O magari meglio: è un periodo di crisi per tutti, calcio compreso. Nessuno spenderà tanto, nemmeno in serie A. Anzi, si parla di fusioni, rischi di fallimenti e difficoltà a iscriversi. Tra un mese e mezzo avremo parecchie sorprese in Prima e Seconda divisione».
    Si sente dire da mesi che la famiglia Zanchi potrebbe essere interessata ad avere più peso nel Pavia, magari anche ad acquisire la maggioranza. Sarebbe disposto a cedere le sue quote?
    «Per ora non c’è proprio nulla. Se però Zanchi manifestasse questa intenzione non avrei nulla in contrario. Ho sempre detto che non ci riteniamo i padroni assoluti del Pavia calcio. Siamo entrati per risanare una società che era in Eccellenza, e ora possiamo dire con orgoglio che è una delle migliori della Lega Pro. Lazzaretti e Zanchi sono entrati perché questa era ed è una società sana. E non è solo calcio: il Pavia è un’azienda con 30 dipendenti, tra le più grandi della città, quest’anno ha fatto diventare professionisti tre giovani del vivaio. E’ un bene che va salvaguardato».
    Sareste disposti anche a uscire del tutto dalla proprietà del Pavia?
    «Vorremmo rimanere con una quota, ma se qualcuno volesse tutta la quota ci potremmo pensare. Però sono tutti discorsi teorici. Ad ogni modo, non è certo una fuga: non siamo mica al Voghera...».
    In questi giorni un gruppo di tifosi le ha contestato l’appoggio a Cattaneo.
    «Tutti anonimi, che non si firmano con nome e cognome e dicono sciocchezze».
    C’è il gruppo “Zuppa alla Pavese”, che è stato tra i più vicini alla squadra, sostenendola anche quando era ultima.
    «Balle, sono solo alcuni di quelli che vengono allo stadio. Gli stessi che mi hanno insultato per tutto l’anno».
    L’appoggio a Cattaneo lo ha dato a titolo personale?
    «No, a nome del Pavia calcio. Qualcuno non apprezza? Non m’interessa, nessuno è obbligato a votarlo. Ognuno ha le sue idee, io le mie».
    Quindi è stato concordato con gli altri soci?
    «Ho già detto che il sostegno è a nome del Pavia calcio».
     
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209 replies since 13/7/2008, 09:29   3514 views
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